interview #11 Mint List

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Intervista a Maria Azzurra Rossi, Giulia Milza

testo di Davide Luca

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DL  Maria Azzurra, architetto (e qui si apre un mondo), trentenne, laureata triennale alla Sapienza in Interni e Arredamento, poi migrata a Roma 3 dove consegue la specialistica in progettazione architettonica nel 2012. Un Erasmus a Copenhagen nel 2008. Una personalità irrequieta e alla continua ricerca di se stessa, si direbbe. Che cosa ti hanno dato le due università italiane?

MAR  La Sapienza mi ha dato il desiderio e la passione di diventare architetto, l’amore per il sapere dell’architettura. Roma 3 ha contribuito a darmi una visione realistica e razionale, orientata all’esercizio concreto della professione.

DL  Fino a qui tutto bene. Le premesse ci sono tutte. Poi, la svolta. Quando hai capito che “non” volevi fare l’architetto in senso stretto?

MAR  L’illuminazione è arrivata durante un workshop, uno di quegli incontri di studio brevi ma intensi che aprono spiragli e punti di vista inaspettati e che ti fanno capire che c’è dell’altro rispetto all’insegnamento che si professa oggi nelle università.

DL  Si, effettivamente i workshop sono momenti sconvolgenti nei quali avvengono momenti di contaminazione e scambio culturale. Posso chiederti quale workshop ha avuto questo potere di rivelazione su quello che avresti voluto fare da grande?

MAR  Era il 2006, quindi potremmo dire agli albori del mio percorso di formazione universitaria. E’ stato un workshop promosso dalla regione Toscana, curato da Marco Brizzi, con la partecipazione di diversi studi, allora giovani studi di architettura, tra cui IAN+, Marco Navarra, Id-lab di Stefano Mirti. L’obiettivo era quello di una messa a punto di strategie integrate per la valorizzazione del territorio di alcuni Comuni toscani, a partire dalle loro risorse locali. In questo contesto ho scoperto che il problema di creare “rete” tra le diverse realtà locali era strettamente connesso a quello della comunicazione e della promozione delle loro qualità intrinseche. Il workshop si intitolava “le isole del tesoro”.

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Workshop1_Speaking Corner_©Raffaele Bernardo (3)

Workshop1_Speaking Corner_©Raffaele Bernardo


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Interview to Maria Azzurra Rossi, Giulia Milza

text and translations by Davide Luca

DL  Maria Azzurra is a 30 year old Italian architect. A bachelor in Interior Design and a master degree in Architectural Design. One Erasmus project in Copenhagen in 2008.She has an ecleptic personality, always in search of herself.

What kind of different footprint did the two Italian Universities (La Sapienza and Roma Tre) leave on your personal education about architecture?

MAR  Sapienza filled me with the passion of being an architect, wishful of knowledge. Instead Roma Tre gave me the sense of reality in approaching the profession.

DL  All the ingredients for being an architect seems on the table. Then, the turning point. When did you realize you would have never been an architect in the proper sense of the word?

MAR  The intuition came during a workshop, a brief but intense chance of meeting and working together which usually open up your mind giving unexpected points of view, different from what they teach in the universities.

DL  Yes, actually workshops are stunning moments of cultural exchange and cross contamination. Can I ask which workshop had this power of revelation?

MAR  It was 2006. The workshop was promoted by Tuscany, with the supervision of Marco Brizzi and the participation of several young (at that time) architects, among which IaN+, Marco Navarra, Id-Lab. The target was to point out an integrated strategy to enhance the territory of some towns in Tuscany. In this context I discovered that the problem of making system is strictly connected to communication and promotion of the local resources. The name of the workshop was “Treasure Islands”.

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Author: Orazio Caruso

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